Dopo 16 anni di servizio presso la stessa azienda, con una bimba di 5 anni da crescere e incinta di un maschietto, piomba come un fulmine a ciel sereno la Cassa integrazione…
Nasce un cucciolo stupendo di 4,140 kg, che viene a completare con gioia la nostra famiglia, ma mentre sono in maternità, l’azienda dichiara fallimento e lascia tutto il personale in cassa integrazione in attesa che il giudice fallimentare si pronunci.
Mentre sono a casa e mi godo la gioia della maternità, vengo contatta dal mio ex capo, pronto a riavermi in squadra in un’altra azienda, nonostante il bimbo da allattare…
“Ottimo , perché no, mi è concesso lo smart working e posso seguire la mia famiglia e contribuire economicamente al bilancio famigliare in egual misura come ho sempre fatto fino ad ora”…
Senza pensarci troppo ho rassegnato le dimissioni per distaccarmi dall’azienda storica che mi ha vista crescere e che ormai era al capolinea e via… pronta per una nuova avventura.
Dodici ore al giorno di lavoro consecutive, coordinando operai manutentori e occupandomi di tutto un po’… (comandare gli uomini non è male sapete?!) ma presto mi accorsi che due figli, di cui uno in fasce, richiedano molte più energie e attenzioni di quanto il mio lavoro consentisse… più di una volta mi sono trovata a discutere con le squadre operative alle 6.30 del mattino mentre allattavo il bambino…
Al rientro dall’asilo non ero nemmeno in grado di salutare a modo mia figlia, che veniva portata a casa dalla nonna paterna, perché ero troppo presa delle numerose ed infinite telefonate che la mia vita lavorativa richiedeva… e io… non avevo nemmeno il tempo di staccare dal lavoro, perché mi trovavo subito alle prese con bambini che mi reclamavano, una casa da sistemare e una famiglia da accudire…
NO così non poteva funzionare!!!
Lo stress era al massimo e la mia famiglia non poteva risentirne; era giunta l’ora di rimettersi alla ricerca dopo solo 8 mesi di contratto.
Avevo bisogno di un lavoro vicino a casa, che mi consentisse di portare i bambini a scuola/asilo, di essere vicina in caso di bisogno, ma che mi facesse uscire da casa, per avere lo stacco tra il mondo lavorativo e quello famigliare, qualcosa che però mi stimolasse ulteriormente, che mi consentisse di imparare qualcosa di nuovo, che mi aprisse le porte verso realtà diverse e, soprattutto, che mi piacesse…
Così, invio il cv ad un paio dia aziende… quasi tutte mi hanno chiamata per fare il colloquio…
Una di queste rappresentava la mia soluzione utopica… vicino a casa e unica impiegata dell’amministrazione.
Ed ecco che come per magia mi si presentava quello che avevo sperato: vicinanza a casa e scuole, la possibilità di imparare un mestiere che mi è sempre piaciuto (sono diplomata in ragioneria e non ho mai fatto il ragioniere), mantenimento dello stesso stipendio base più i pasti cash (no ticket), insomma… l’azienda aveva urgenza di assumermi per sostituire la signora che sarebbe andata in pensione… dovevo solo cogliere la palla al balzo!!
Spaventarmi per il balzo professionale? Per un nuovo ruolo? Per nuovo colleghi? No, mai! Sono solo stimoli!
Due giorni per definire il tutto e un martedì ho presentato le dimissioni pressoché immediate, il venerdì sarebbe stato l’ultimo giorno in azienda.
Colpo basso per i capi, per coloro che hanno sempre creduto in me, ma dovevo farlo, la mia famiglia e il benessere psico-fisico avevano la precedenza. Tutto si è allineato in modo magistrale ed eccomi qua: il bimbo non ha nemmeno due anni e mezzo ed io ho cambiato tre datori di lavoro… non si sa mai che a breve arrivi il quarto 😊… quando si dice che volere è potere…
Firmato una mamma come te!
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